L’autentico simbolismo del Natale- Samael Aun Weor

… sul simbolismo del Natale. È chiaro che questo è un evento meraviglioso, sul quale urge meditare profondamente. […]

Di questi tempi comincia il freddo qui nel nord, precisamente perché il sole si sta allontanando verso le regioni australi, e il 24 di dicembre il sole sarà giunto al massimo nel suo viaggio verso sud. Se non fosse perché il sole avanza verso il nord dal 25 dicembre in poi, moriremmo di freddo; la Terra intera si trasformerebbe in una mole di ghiaccio e realmente perirebbe ogni creatura, tutto quel che abbia vita. Così, dunque, val ben la pena che riflettiamo sull’avvenimento della Natività…

Il Cristo-Sole deve avanzare per darci la sua vita, e nell’equinozio della primavera si crocifigge sulla Terra; allora maturano l’uva e il grano. Ed è precisamente in primavera che il Signore deve passare per la propria vita, passione, morte, per poi resuscitare. La Settimana Santa è in primavera.

Il sole fisico non è altro che un simbolo del Sole Spirituale, del Cristo-Sole. Quando gli antichi adoravano il sole, quando gli rendevano culto, non si riferivano propriamente al sole fisico, no; si rendeva culto al Sole Spirituale, al Sole della Mezzanotte, al Cristo-Sole.

È necessario imparare a conoscere i movimenti simbolici del Sole della Mezzanotte. È esso a guidare sempre l’Iniziato, è esso ad orientarci, è esso ad indicarci che cosa dobbiamo e non dobbiamo fare. […]

Non c’è dubbio (e questo lo sa Dupuis) che tutte le religioni dell’antichità celebrarono la Natività.

Così come il Sole fisico avanza verso il Nord per dar vita a tutta la creazione, così pure il Sole della Mezzanotte, il Sole delle Spirito, il Cristo-Sole, ci dà vita se noi impariamo a rispettare i suoi comandamenti.

Nelle Sacre Scritture, ovviamente, si parla dell’avvenimento solare e bisogna saperlo intendere tra le linee. Ogni anno si vive, nel macrocosmo, tutto il dramma cosmico del Cristo-Sole (ogni anno, ripeto).

Si tenga in conto che il Cristo-Sole si deve crocifiggere ogni anno nel mondo, vivere tutto il suo dramma della vita, passione e morte, per poi resuscitare in tutto quel che è, è stato e sarà, ossia in tutto il creato. È così che tutti riceviamo la vita dal Cristo-Sole.

È anche vero che ogni anno il Sole, allontanandosi verso le regioni australi, ci lascia qui al Nord tristi, poiché va a dare la vita in altre parti. Le lunghe notti dell’inverno sono dure; nel periodo di Natale i giorni sono corti e le notti lunghe.

È bene che capiamo che cos’è, certamente, il dramma cosmico.  Si rende necessario che anche in noi nasca il Cristo-Sole (egli deve nascere in noi). Nelle Sacre Scritture  si parla chiaramente di Betlemme e di una stalla dove eglu nasce. Quella stalla di Betlemme è dentro di noi.

Precisamente in quella stalla interiore dimorano gli animali del desiderio, tutti quegli Io passionali che carichiamo nella nostra psiche; è ovvio. Anche Betlemme è un nome esoterico. Nei tempi in cui il Gran Kabir Gesù venne al mondo, il villaggio di Betlemme non esisteva, cosicché è completamente simbolico. Bel è una radice caldea che significa ‘torre del fuoco’. Così, propriamente detto, Betlemme è “torre del fuoco”. Chi potrebbe ignorare che BEL è un terminare caldeo che corrisponde, precisamente, alla torre di Bel, la torre del fuoco? Così, dunque, Betlemme è totalmente simbolico.

Quando l’Iniziato lavora con il Fuoco Sacro, quando l’Iniziato elimina dalla sua natura intima gli aggregati psichici, quando in verità sta realizzando la Grande Opera, indubbiamente deve passare per l’Iniziazione Venusta.

La discesa del Cristo nel cuore dell’uomo è un avvenimento cosmico-umano di grande trascendenza. Tale evento corrisponde, in verità, all’Iniziazione Venusta.

Molti suppongono che il Cristo, esclusivamente, fu Gesù di Nazaret, e si sbagliano. Gesù di Nazaret come uomo, o per meglio dire, Jeshuà Ben Pandira come uomo, ricevette l’Iniziazione Venusta, lo incarnò; ma non è l’unico ad aver ricevuto tale Iniziazione. Così che dobbiamo intendere il Cristo come è: non come una persona, non come un soggetto. Il Cristo è al di là della personalità, dell’Io e dell’individualità. Il Cristo, in esoterismo autentico, è il Logos, il Logos Solare, rappresentato dal Sole.

Ora comprenderemo perché gli inca adoravano il Sole, i nahua rendevano culto al sole, i maya ugualmente, gli egizi identicamente ecc. Non si tratta dell’adorazione a un Sole fisico, no, bensì a quel che si nasconde dietro a quel simbolo fisico. Ovviamente si adorava il Logos Solare, il Secondo Logos. Quel Logos Solare è unità molteplice perfetta (la varietà è unità).

Paolo lo chiarisce dicendo: “Dalla sua virtù prendiamo tutti grazia per grazia”, quindi c’è documentazione. Se si studia attentamente Paolo di Tarso vedremo che raramente allude al Cristo storico. Ogni volta che Paolo di Tarso parla di Gesù Cristo, si riferisce al Gesù Cristo intimo, che deve sorgere nel fondo del nostro spirito, della nostra anima. Finché un uomo non l’abbia incarnato, non si può dire che possieda la vita eterna. Solo egli può, veramente, darci vita e darcela in abbondanza. 

Così dunque, dobbiamo essere meno dogmatici e imparare a pensare al Cristo intimo… Questo è grandioso!

Il Quinto Vangelo, “L’autentico simbolismo del Natale”. Samael Aun Weor

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